Il Pastore di Erma si pronuncia in favore della "Seconda penitenza" dopo il battesimo, pur mantenendo alcune titubanze a riguardo per timore di far cadere nel lassismo i cristiani. «Ancora, dico, Signore, tornerò a interrogare. - Parla, dice. - Udii, dico, Signore, da alcuni maestri che non c’è altra penitenza, se non quella di quando discendemmo nell’acqua e ricevemmo la remissione dei nostri peccati passati. Mi dice: - Bene udisti: così è infatti. Bisognerebbe che chi ha ricevuto la remissione dei peccati non peccasse più, ma vivesse nell’innocenza. E poiché vuoi renderti conto esatto di ogni cosa, anche questo ti manifesterò; ma non voglio dare pretesto (di peccare) a quelli che stanno per credere, o a quelli che hanno creduto adesso nel Signore. Quelli che hanno abbracciato la fede ora, o la abbracceranno in seguito, non hanno possibilità di fare penitenza dei loro peccati; essi hanno solo il perdono dei peccati anteriori. Per quelli, dunque, chiamati prima di questi giorni, dispose il Signore la penitenza. Essendo infatti il Signore conoscitore del cuore e prevedendo ogni cosa, conobbe la debolezza degli uomini e l’astuzia del diavolo, cioè che avrebbe fatto del male ai servi di Dio e avrebbe macchinato contro di essi. Essendo pertanto il Signore assai misericordioso, s’impietosì per la sua creatura e dispose questa penitenza e diede a me la potestà di questa penitenza. - Però io, dice, dico a te: dopo la grande e santa chiamata, se alcuno, tentato dal diavolo, pecca, ha una sola penitenza; se poi subito dopo pecca e fa penitenza è inutile per tal uomo, poiché difficilmente vivrà. Gli dico: - Mi sono sentito rinascere nell’udire da te tali cose tanto esattamente; ora so che, se non tornerò ai miei peccati, sarò salvo. - Sarai salvo, dice, tu e quanti facciano queste cose» Tags: Seconda penitenza |