«In conformità con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, credo che la nudità possa essere considerata in sé e in relazione. In sé, essa non può essere moralmente sbagliata. Per questo viene affermato che: «Adamo e sua moglie erano nudi, e non ne avevano vergogna» (Gen 2,25). La vergogna è indicativa del peccato, come è scritto: il Signore Dio chiamò l'uomo (Adamo): «Dove sei?». Rispose: «Ti ho sentito nel giardino, ed ho avuto paura perché sono nudo, per cui mi sono nascosto». E disse: «Chi ti ha detto che eri nudo? Hai mangiato dell'albero di cui ti avevo proibito di mangiare?» (Gen 3, 9-11).
In relazione, la nudità può essere un peccato se praticata per motivi lussuriosi. [...] Ora, capisco che la pratica del nudismo è conforme con quando è stato detto sulla nudità in sé. Tuttavia, come tutte le altre cose, può essere passibile di peccato se è conforme a quanto detto in relazione alla lussuria.
Quindi, per rispondere direttamente alla tua domanda su quale sia la mia opinione a riguardo, penso che il nudismo, definito come la pratica di mettersi a nudo, specialmente in luoghi che consentono gruppi sessualmente misti, nella convinzione che tale pratica giovi a livello fisico, mentale e/o spirituale, e considerano quanto detto sopra, non è moralmente sbagliato» Tags: Valutazione morale del nudismo, Valutazione morale del naturismo, Nudità comune, Nudità sociale |