«Dunque, quando i teologi dicono di lui che mangiava e beveva e fu partorito, sappi che fu il corpo ad essere partorito come un corpo e nutrito con alimenti appropriati, ma a quel corpo era unito lo stesso Dio Verbo che ordina l’universo, il quale mediante le opere che compiva nel corpo si faceva conoscere non già come uomo ma come Dio Verbo. Tuttavia di lui si dice questo perché il corpo che mangiava, che fu partorito e patì non era di un altro ma del Signore e perché, da quando era diventato uomo, era giusto che si dicesse questo di lui come di un uomo, affinché fosse chiaro che ha un corpo vero e non apparente. Ma come da questo si capiva che era presente corporalmente, così dalle opere che compiva mediante il corpo si faceva conoscere come figlio di Dio. Perciò gridava ai Giudei increduli dicendo: “Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete alle mie opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre.” Come, essendo invisibile, si conosce in base alle opere della creazione, così, una volta divenuto uomo, anche se non si vede nel corpo, dalle opere si può riconoscere che chi compie queste opere non è un uomo ma la Potenza e il Verbo di Dio» Tags: Umanazione, Incarnazione, Verbo fatto carne |