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Città del Vaticano, 8 aprile 1994
«Nell'ambito della luce che proviene da Dio, anche il corpo umano conserva il suo splendore e la sua dignità. Se lo si stacca da tale dimensione, diventa in certo modo un oggetto, che molto facilmente viene svilito, poiché soltanto dinanzi agli occhi di Dio il corpo umano può rimanere nudo e scoperto e conservare intatto il suo splendore e la sua bellezza» Tags: Corporeità, Dignità del corpo umano |
«In conformità con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, credo che la nudità possa essere considerata in sé e in relazione. In sé, essa non può essere moralmente sbagliata. Per questo viene affermato che: «Adamo e sua moglie erano nudi, e non ne avevano vergogna» (Gen 2,25). La vergogna è indicativa del peccato, come è scritto: il Signore Dio chiamò l'uomo (Adamo): «Dove sei?». Rispose: «Ti ho sentito nel giardino, ed ho avuto paura perché sono nudo, per cui mi sono nascosto». E disse: «Chi ti ha detto che eri nudo? Hai mangiato dell'albero di cui ti avevo proibito di mangiare?» (Gen 3, 9-11).
In relazione, la nudità può essere un peccato se praticata per motivi lussuriosi. [...] Ora, capisco che la pratica del nudismo è conforme con quando è stato detto sulla nudità in sé. Tuttavia, come tutte le altre cose, può essere passibile di peccato se è conforme a quanto detto in relazione alla lussuria.
Quindi, per rispondere direttamente alla tua domanda su quale sia la mia opinione a riguardo, penso che il nudismo, definito come la pratica di mettersi a nudo, specialmente in luoghi che consentono gruppi sessualmente misti, nella convinzione che tale pratica giovi a livello fisico, mentale e/o spirituale, e considerano quanto detto sopra, non è moralmente sbagliato» Tags: Valutazione morale del nudismo, Valutazione morale del naturismo, Nudità comune, Nudità sociale |
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