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Trovati 9 risultati riguardo "Sacra Scrittura"

Papa Giovanni Paolo II, Fides et Ratio, 73
««Punto di partenza e fonte» della teologia è la Parola di Dio rivelata nella storia, e la teologia cerca di comprendere questa Parola»
Tags: me
Riguardo: Sacra Scrittura
Pontificia Commissione biblica, Cos'è l'uomo
«Il testo inizia con una sorpresa, perché introduce un animale specifico, non nominato prima, il "'serpente"' (n????), che ha un ruolo decisivo nel racconto (vv. 1.2.4.13.14). Il narratore dice che "'era il più astuto fra gli animali della campagna creati da Dio"' (v. 1), e questa indicazione iniziale suggerisce di interpretare tutta la vicenda come un confronto sapienziale, tra l'"'astuzia"' ? che esprime una qualità apprezzabile, con un risvolto però di sotterfugio e inganno ?, e l'"'intelligenza"' o "'sapienza"', qui non verbalizzata, proprio perché, pur essendo una dotazione dell'essere umano (Pr 2,2-3; 3,13; 4,1.5.7; Sir 14,20-21; 17,4-5) ? quale capacità di riflettere, discernere e scegliere il bene ? essa è purtroppo assente, con conseguenze drammatiche.
Il narratore, in realtà, fa notare, con un gioco di parole suggestivo, che da un lato vi è un "'personaggio"' "'astuto"' (??rûm) (v. 1) e di fronte a lui due esseri "'nudi"' (??rûmmîm) (Gen 2,25). Se la nudità senza vergogna (Gen 2,25) poteva essere interpretata come innocenza e persino come intimità d'amore tra uomo e donna, qui essa suggerisce una vulnerabilità non fisica, ma intellettuale e morale, una debolezza che diventerà palese agli occhi stessi degli umani dopo il peccato (v. 7)»
Tags: Serpente, Nahas, Eden
Riguardo: Sacra Scrittura
Pontificia Commissione biblica, Cos'è l'uomo, 153
«Siamo infatti invitati a sottoporci con '?d?m a un'esperienza di non-conoscenza, così da scoprire, per rivelazione, quale sia il meraviglioso prodigio operato da Dio (cfr. Gen 15,12; Gb 33,15). Nessuno di fatto conosce il mistero della propria origine. Questa fase di non-visione è simbolicamente rappresentata dall'atto del Creatore che «fece scendere un torpore su '?d?m che si addormentò» (v. 21): il sonno non ha la funzione dell'anestesia totale per permettere un'operazione indolore, ma evoca piuttosto il manifestarsi di un evento inimmaginabile, quello per cui da un solo essere ('?d?m) Dio ne forma due, uomo ('î?) e donna ('i???h). E questo non solo per indicare la loro radicale somiglianza, ma per prospettare che la loro differenza sollecita a scoprire il bene spirituale del (reciproco) riconoscimento, principio di comunione d'amore e appello a diventare «una sola carne» (v. 24). Non è la solitudine del maschio, ma quella dell'essere umano ad essere soccorsa, mediante la creazione di uomo e donna»
Tags: Torpore su Adamo, Creazione della donna
Riguardo: Sacra Scrittura
Pontificia Commissione biblica, Cos'è l'uomo, 300
«Infatti, le parole menzognere del serpente operano apparentemente gli stessi effetti che, nelle tradizioni sapienziali e oranti di Israele, vengono attribuiti al precetto del Signore: gli occhi vengono, per così dire, illuminati, quasi come fossero stati prima accecati da una presunta ingenuità, e la donna può vedere ciò che è "'buono"', "'appetibile"' e disponibile. Ma ciò che sembra bene agli occhi della persona umana, ingannata, si oppone radicalmente a ciò che è bene agli occhi di Dio. Invece del desiderio di Dio e del vero bene (Pr 11,23; 13,12), si scatena la brama per delle cose da consumare (Nm 11,4; Sal 78,29-30; 106,14). Invece di vedere tutti gli alberi del giardino come un dono di Dio, e nell'albero proibito il segno di una verità salvifica, la donna crede di scoprire che in tutto c'è solamente la menzogna del Creatore, mediante la quale Egli avrebbe nascosto la sua gelosia nei confronti degli uomini. In questo stravolgimento dei valori si può intuire come operi la suggestione "'diabolica"'. Il peccato è già avvenuto nel cuore (cfr. Mt 5,28), prima di essere visibile all'esterno»
Tags: Peccato originale, Albero della conoscenza del bene e del male, Serpente
Riguardo: Sacra Scrittura
Pontificia Commissione biblica, Cos'è l'uomo, 324
«Il Creatore però vede che l'essere umano, prendendo il frutto proibito, si è fatto come Dio. Ciò determina dunque la decisione divina di "'scacciare"' l'uomo così che non abbia più accesso all'albero della vita; i cherubini alla porta sono posti a "'custodire"' la via sbarrata all'uomo. Coerentemente con il nostro procedere interpretativo, anche quest'ultima decisione del Creatore va vista come provvidenziale, in quanto farà capire alla creatura che non deve "'stendere la mano"' per carpire il frutto desiderato, che può essere vitale solo se è donato. La qualità di vita dell'essere umano sarà quindi rettamente perseguita quando egli non cercherà di forzare i limiti imposti da Dio, ma si disporrà ad attendere che le porte del giardino si riaprano, così da ricevere, per grazia, quanto ha voluto prendere per stolta e orgogliosa cupidigia»
Tags: Peccato originale, Albero della vita, Eden
Riguardo: Sacra Scrittura
Rashi, Commento alla Genesi, 26
«La donna che tu mi hai posto accanto. Qui l'uomo negò la bontà di Dio»
Tags: Peccato originale
Riguardo: Sacra Scrittura
Paul Ricoeur, Come pensa la Bibbia, 60, n.1
«Il ruolo [del serpente] e? appunto tale da non poter essere interamente demitologizzato; c'e? bisogno, per cosi? dire, di un residuo mitico per esprimere il carattere insondabile della potenza che perverte il linguaggio e il desiderio, conducendo cosi? al male»
Tags: Serpente, Nahas, Eden
Riguardo: Sacra Scrittura
André Wenin, Da Adamo, 69
«Il serpente riporta solo la parte negativa dell'ordine di Adonai Elohim, quella che pone il limite ("'non mangerete"'). Non fa quindi nessuna allusione al dono iniziale di "'ogni albero del giardino"'. In questo modo, nella sua bocca, l'albero proibito occupa tutto il posto e diventa esattamente l'albero che nasconde la foresta di tutti quelli che sono stati donati. [?] Senza il dono, infatti, la parola divina è solo una legge che proibisce di mangiare e di godere ? cioè, di vivere»
Tags: Serpente, Eden, Comando, Legge, Albero della conoscenza del bene e del male
Riguardo: Sacra Scrittura
André Wenin, Da Adamo, 71
«Per lei [Eva], dunque, è proprio l'albero del conoscer bene e male a trovarsi "'in mezzo al giardino"', cioè l'oggetto del divieto divino. Ora, in 2,9, l'albero che Adonai Elohim pianta in quel posto è l'albero della vita. Cosa rivela questa inversione di posti? Probabilmente che, agli occhi della donna, al centro del giardino non c'è la vita ma il divieto»
Tags: Serpente, Eden, Comando, Legge, Albero della conoscenza del bene e del male, Peccato originale
Riguardo: Sacra Scrittura
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