Ne parla Giuseppe Flavio in Antichità Giudaiche (XVIII, 63-64 e XX, 200) nel quale afferma:
Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità , e attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani
Così [il sommo sacerdote Anania] convocò i giudici del Sinedrio e introdusse davanti a loro un uomo di nome Giacomo, fratello di Gesù, che era soprannominato Cristo, e certi altri, con l'accusa di avere trasgredito la Legge, e li consegnò perché fossero lapidati
Anche il filosofo cristiano Giustino nel Dialogo con Trifone (CVIII, 2) riporta un avvertimento che sarebbe stato inviato dagli ebrei della Terra d'Israele a quelli della diaspora:
È sorta un'eresia senza Dio e senza Legge da un certo Gesù, impostore Galileo; dopo che noi lo avevamo crocifisso, i suoi discepoli lo trafugarono nottetempo dalla tomba ove lo si era sepolto dopo averlo calato dalla croce, ed ingannano gli uomini dicendo che sia risorto dai morti ed asceso al cielo
Altra testimonianza è quella di Plinio il Giovane, che nelle Lettere (10.96 - 97) chiede all'imperatore come comportarsi verso i cristiani che rifiutano di adorare l'imperatore e pregano Cristo come dio:
I Cristiani... Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell'esser soliti riunirsi prima dell'alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti
Anche Cornelio Tacito menziona Cristo negli Annales (XV, 44) testimoniando la sua condanna a morte sotto Ponzio Pilato:
L'autore di questa denominazione, Cristo, sotto l'impero di Tiberio (imperatore dal 14 al 37), era stato condannato al supplizio dal Procuratore Ponzio Pilato; ma, repressa per il momento, l'esiziale superstizione erompeva di nuovo, non solo per la Giudea, origine di quel male, ma anche per l'Urbe, ove da ogni parte confluiscono tutte le cose atroci e vergognose
Inoltre interessante per la critica storica riguardo la figura di Gesù è un graffito denigratorio di un certo Alessameno. Ironico è che un graffito che aveva l'intento di denigrare i cristiani ad oggi costituisca una delle prove archeologiche più forti dell'esistenza storica di Gesù.
Il graffito in questione, chiamato il Graffito di Alessameno o anche Graffito del Palatino fu rinvenuto nel 1856 sul Colle Palatino. Datato al III secolo, alcuni studiosi ritengono che sia possibile che risalga addirittura all'85 d.C.
Raffigurante un uomo (Alessameno) che adora un uomo con la testa d'asino appeso ad una croce (Gesù), questo graffito riporta l'iscrizione greca che significa "Alessameno venera [il suo] dio".
Riportiamo di seguito un elenco delle fonti extra-bibliche a testimonianza dell'esistenza storica di Gesù di Nazareth tratto dal sito UCCROnline.it:
- 50 d.C. testimonianza di Tallo: conosciuta tramite fonti secondarie è un tentativo pagano di spiegare naturalmente l’oscuramento del cielo alla morte di Gesù, episodio citato anche dai Vangeli. Non è né dimostrata né confermata l’indipendenza dai Vangeli;
- 49-62 d.C. testimonianza di San Paolo: le tredici lettere di Paolo sono (quasi tutte) autentiche e certamente indipendenti dai vangeli, confermano la vita di Gesù e i suoi insegnamenti;
- 64 d.C. testimonianza della Prima lettera di Pietro: dubbi sull’autenticità , comunque è certamente una fonte cristiana indipendente della vita e della morte di Gesù;
- 60-80 d.C. testimonianza degli Atti degli Apostoli: libro cristiano indipendente dai vangeli di cui conferma molte informazioni, riporta antiche tradizioni sulla vita di Gesù (anni 30);
- 68 d.C. testimonianza della Lettera agli Ebrei: si basa su tradizioni cristiane orali indipendenti che confermano i vangeli;
- 70 d.C. testimonianza della Didaché: fonte cristiana indipendente dai vangeli, conferma diverse informazioni;
dopo il 73 d.C. testimonianza di Mara Bar Serapion: fonte pagana autentica e indipendente dai vangeli, conferma l’omicidio di Gesù (chiamato “re”) attribuendolo ai Giudei; - 80-90 d.C. testimonianza della Lettera di Giuda: fonte cristiana indipendente dai vangeli sulla vita di Gesù;
- 90 d.C. testimonianza dell’Apocalisse: fonte cristiana indipendente dai vangeli, conferma vari aspetti della vita di Gesù;
- 93-94 d.C. testimonianza di Flavio Giuseppe: il Testimonium Flavianum, in particolare, epurata dalle piccole interpolazioni è una conferma ebraica autentica e indipendente di diversi fatti salienti della vita di Gesù;
- 95 d.C. testimonianza della Prima lettera ai Corinti di Clemente Romano: testimonianza cristiana indipendente dai vangeli, conferma la vita di Gesù e i suoi insegnamenti;
- 100 d.C. testimonianza della Seconda lettera di Pietro: dubbi sull’autenticità , comunque è certamente una fonte cristiana indipendente della vita e della morte di Gesù;
- 100-107 d.C. testimonianza di Ignazio di Antiochia: testimonianza cristiana indipendente dai vangeli, conferma diversi fatti della vita di Gesù;
- 112 d.C. testimonianza di Plinio il Giovane: fonte romana autentica e indipendente, conferma che verso la fine del I secolo i cristiani adoravano Cristo «come se fosse un dio»;
- 115 d.C. testimonianza di Svetonio: autentica e indipendente, a metà del I sec. si rileva che i cristiani parlano di Cristo come ancora vivente tra loro;
- 115-117 d.C. testimonianza di Tacito: fonte romana autentica e indipendente, conferma la morte di Gesù come la descrivono i vangeli;
- 120-130 d.C. testimonianza di Papia: testimonianza cristiana indipendente dai vangeli;
- 162 d.C. testimonianza di Marco Cornelio Frontone: fonte romana autentica e indipendente (dai Vangeli), conferma la morte di Gesù come la descrivono i vangeli;
- 170 d.C. testimonianza di Luciano di Samosata: fonte greca autentica ma forse non indipendente dalle fonti cristiane, conferma in particolare la morte di Gesù;