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Sara, femen brasiliana si converte e chiede scusa ai cristiani

Davide Damiano / 02 Apr
4 minuti di lettura
Si chiama Sara Fernanda Giromini (meglio conosciuta con lo pseudonimo di Sara Winter) ed è l'autrice del libro Vadia Não (in italiano Non una cagna), dove racconta gli abusi subiti e le delusioni riguardo al periodo in cui fu una zelante militante femminista in Brasile.

Il momento della sua conversione - afferma lei stessa nel libro - è stato quello della nascita di suo figlio. Nel 2012 fu co-fondatrice della sezione femen in Brasile insieme ad alcune altre donne, unite sotto Viktor Svyatskiy, una sorta di "padrone" a cui fanno capo le femen, per promuovere l'omosessualismo e l'aborto. Nell'ottobre del 2015 però, dopo un periodo di assenza dai riflettori, torna a parlare in pubblico con intenti radicalmente diversi da quelli della militanza femminista: «Mi sono pentita di aver avuto un aborto e oggi chiedo perdono», ha detto. «Ieri è stato un mese dalla nascita del mio bambino e da quel giorno la mia vita ha assunto un nuovo significato – prosegue –. Sto scrivendo questo mentre lui dorme serenamente sopra la mia pancia. È la più grande sensazione del mondo».
Nel suo libro Sara spiega il fenomeno femminista e lo definisce come una sètta che invece di promuovere il valore delle donne le usa come oggetti per promuovere l'omosessualità e l'aborto; una sètta che - ben lungi dal voler promuovere grandi ideali - finanzia profumatamente le proprie "agenti" e che persino copre la pedofilia.
Per la setta femminista le donne non sono l’ispirazione, bensì la ‘materia prima’ nel senso peggiore del termine. Sono oggetti utili allo scopo di infiammare l’odio contro la religione cristiana, l’odio contro gli uomini, l’odio contro la bellezza delle donne, l’odio contro l’equilibrio delle famiglie. Questo è ciò che il femminismo è, posso garantirlo che è così perché io ci sono stata dentro. Il movimento femminista è una copertura per i pedofili

Prosegue poi raccontando che all'interno del movimento femminista «le donne lesbiche e bisessuali avevano molta più voce, dunque ogni giorno che passava destrutturavo la mia eterosessualità sostituendola con una bisessualità artificiale».

A tutto ciò, inoltre, aggiunge il racconto di come venisse indotta a fare uso di droghe, ad avere rapporti sessuali con sconosciuti e a prostituirsi.
Alle donne che hanno intenzione di abortire si rivolge così: «Per favore, donne che cercate disperatamente di abortire, riflettete attentamente su ciò. Mi è dispiaciuto molto ciò che ho fatto. Non voglio accada lo stesso a voi».

Lei che nel 2014 insieme ad un'altra militante si era fatta portavoce di una campagna a favore dell'omosessualismo facendosi riprendere di fronte alla Basilica di Nostra signore della Candelaria, a Rio de Janeiro, mentre - seminuda - si baciava con l'altra donna, con una croce sullo sfondo, oggi in un video su Youtube chiede scusa ai cristiani dicendo: «La richiesta di perdono non è certo facile da compiere: chiedo scusa ai cristiani per questa protesta femminista. Siamo andati troppo oltre e abbiamo finito per offendere molte persone religiose e non».
Oggi infatti Sara è cattolica e in un video su Youtube racconta Come la Chiesa mi ha cambiato la vita.

La svolta, afferma, è avvenuta quasi per caso, quando ha incontrato un «conservatore» e «antifemminista» che le ha dimostrato un affetto disinteressato che nessuna sua «compagna di lotta» le aveva mai offerto. È soprattutto grazie a questo incontro che Sara Giromini si è distaccata dal movimento femminista ed ha deciso di scrivere questo libro, di cui una parte degli incassi sono devoluti ad alcune organizzazioni che si battono in favore della vita.
La Giromini continua inoltre ad impegnarsi nella lotta all'ideologia femen pubblicando video sul suo canale Youtube e tenendo numerose conferenze in tutto il Brasile per denunciare le piaghe del femminismo, del gender e del marxismo culturale con l'appoggio della psicologa e scrittrice brasiliana Marisa Lobo.
Ho lasciato quel movimento di cui per quattro anni sono stata uno dei principali simboli in Brasile, e nessuno può dire il contrario! Il risultato? Oggi sono molto più felice e sono in grado di aiutare le donne

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