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Le sette sofferenze di Maria

Davide Damiano / 15 Sep
5 minuti di lettura
Molto spesso la serenità e la pace svolgono la funzione di potenti attrattori alla fede in Cristo, ma è anche vero che altrettanto spesso la fede cristiana ci rammenta festività legate alla tristezza, al dolore, alla sofferenza. È il caso della festività di santa Maria addolorata, in cui si fa memoria delle sette sofferenze di Maria, descritte nei vangeli.



La prima delle sofferenze di Maria trova luogo dell’annuncio di Simeone. Subito dopo il nunc dimittis1 infatti costui predice a Maria le grandi sofferenze che avrebbe dovuto passare: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Lc 2, 34-35). L’annuncio di Simeone, la sua profezia nei confronti di Maria non è contraddistinta dalla pace e dalla serenità che l’incontro con Cristo certamente produce, ma è segnata da un monito di sofferenza, così profonda da essere espressa con l’immagine della spada che trafigge l’anima di Maria; immagine con cui molto spesso viene raffigurato il Sacro Cuore di Maria.

Come seconda sofferenza troviamo invece la fuga in Egitto della sacra famiglia a causa della preannunciata persecuzione dei primogeniti per mano di Erode.

La terza delle sofferenze mariane è l’allontanamento dal proprio figlio: lo smarrimento al Tempio. Quella sofferenza annunciata da Simeone è qui pregustata. Maria e Giuseppe sperimentano per tre giorni la perdita di proprio figlio. Fin dall’infanzia infatti Gesù è mosso dallo zelo per la missione a lui affidata dal Padre, ed è infatti questa la risposta che dà al rimprovero di Maria, sua madre: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2, 49). Fin da fanciullo Gesù pone come priorità cardine della propria vita il Padre, compiendo ciò per cui è stato mandato. Sarà proprio quest’obbedienza a Dio Padre che lo porterà a versare il suo sangue sulla croce, e lo smarrimento al Tempio dà a Maria un primo inconsapevole assaggio di cosa significherà perderlo definitivamente sull’altare della Croce.

Ed è proprio lungo la via che conduce al divino sacrificio del suo corpo e del suo sangue, offerti al Padre per la salvezza dell’umanità sulla Croce, che Maria sperimenta la quarta sofferenza. È qui infatti che Gesù e sua madre si incontrano: sulla via della croce. Ciò che fu annunciato da Simeone, che fu pregustato durante lo smarrimento al Tempio, ora si fa prossimo e terribilmente vicino. La quarta sofferenza, quella centrale, si trova ad essere il divisorio tra l’inconsapevolezza di Maria e la coscienza che a breve perderà suo figlio, inchiodato al legno come un malfattore.

Dalla quarta fino alla settima ed ultima, le sofferenze di Maria si inaspriscono del dolore dato dalla consapevolezza di ciò che sta per accadere. Dopo essersi incontrati lungo la via, ecco che Maria si trova sotto la Croce: «stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19, 25-27). Ciò che fin dall’annuncio di Simeone era stato predetto ora si è realizzato: Gesù, suo figlio, è stato crocifisso. Le lacrime di Maria scendono copiose vedendo che Dio, suo figlio, è condannato a morte.

Gesù è morto. L’anima è ormai uscita dal corpo dilaniato dalle torture inflittegli prima della crocefissione. Maria può ora, per l’ultima volta prima della Pasqua, stringere a sé suo figlio. Deposto dalla croce, Gesù è tra le braccia di sua madre. Quel dolore preannunciato da Simeone si è ora realizzato: una spada ha trafitto l’anima di Maria.

Giunge quindi la settima ed ultima sofferenza: il definitivo distacco da Gesù. Maria assiste alla sepoltura di Gesù, inconsapevole che la pietra che verrà rotolata sulla sua tomba non è destinata a rimanervi per più di tre giorni.

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1 È il cantico che la Chiesa recita ogni sera durante la compieta, in cui Simeone, al quale era stato predetto che non avrebbe incontrato morte prima di aver visto il Messia, incontra al Tempio Maria e Giuseppe con Gesù. In quest’occasione Simeone prende Gesù in braccio e proclama: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele» (Lc 2, 29-32).
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